Ma vorrei ripercorrere, insieme a voi, la sua storia, dalle origini agli anni '70, cercando di riunire tutte le notizie frammentate, sparse qua e là, in un'unico viaggio alla scoperta di un marchio ineguagliabile.
Già il suo slogan, che ha accompagnato la nascita di centinaia di nuove creazioni, parla da solo:
E non sono parole messe così tanto per fare colpo sui bambini e le loro mamme, sempre desiderose di fare un regalo gradito ai figli: le Furga sono veramente bambole straordinarie sia per la loro squisita fattezza che per la ricerca dei particolari che le hanno rese sempre diverse l'una dalle altre.
Tutto ebbe inizio quando un nobiluomo mantovano,
Luigi Furga Gornini
ebbe la felice intuizione di dare vita alla lavorazione della cartapesta per creare originali maschere da carnevale.
Siamo intorno al 1870.
Purtroppo questa attività non ingranò molto bene perché era troppo legata ad un preciso periodo dell'anno e richiedeva un grande impiego di denaro per i materiali e la manodopera.
Il Signor Luigi, però, non si scoraggio e proseguì il suo cammino di imprenditore: nei laboratori dedicati alle maschere di cartapesta cominciò a fabbricare bambole dello stesso materiale che per la sua duttilità, ben si prestava alla loro realizzazione.
La data di nascita della Luigi Furga & C. è poco chiara e controversa, anche se la maggior parte dei documenti d'archivio cita come riferimento il 1880.Un documento della Camera di Commercio di Mantova, risalente al 1882, parla per la prima volta di una "industria nascente" che fabbrica bambole in cera grazie a 29 operai, fra adulti e ragazzi.
Apprendiamo, dal commendator Giulio Furga, che queste prime bambole avevano il corpo in cartapesta e la testa in composto di cera (stearina, formaldeide e gesso), probabilmente addizionata in seguito con altri ingredienti che ne garantivano la stabilità. Avevano occhi dipinti, oppure in vetro ma fissi, i capelli in lana di mohair adornati da qualche gala intonata all'abito di tela, semplice, apprettata, con qualche guarnizione all'orlo e ai polsini, un collettino inamidato e scarpine scollate con una soletta di cartone. Una volta vestite e pettinate, venivano inserite in una robusta scatola che recava il nome della bambola e la sua altezza. Naturalmente, per quelle più esclusive e raffinate, si usavano stoffe migliori, pettinature elaborate e scatoloni in cartone-cuoio degni delle loro ospiti, con una vivace carta colorata incollata sul coperchio.
Nel 1910, la Relazione Camerale, parla della Furga come di uno stabilimento ampliato e aggiornato in cui si producono "bambole d'ogni forma, grandezza e dimensione, tanto comuni che con articolazione automatica" ma anche "cavalli, fucili, carrozzine e altri giocattoli." . Questa produzione "si diffonde per tutta l'Italia, ed è ricercatissima anche all'estero per la perfezione e buon gusto con cui è fabbricata, ed alle esposizioni di Brescia ed a Modena è stata premiata con medaglie d'oro e d'argento".
Nel frattempo scoppia la Prima Guerra Mondiale e le forniture di accessori, come ad esempio i capelli, che provenivano dalla Germania, subiscono un doveroso arresto, per cui si deve rinunciare al commercio con l'estero. Il perentorio divieto di importazione di manufatti tedeschi sferrò un duro colpo alla Furga a cui venne impedito, nel 1916, di prelevare un ingente carico di teste di biscuit provenienti dalla Germania. Ma ancora una volta Luigi non si dette per vinta ed iniziò a produrre, per conto suo, le teste per le bambole, come si legge in un documento del 1920: "......è lodevole l'emancipazione dall'estero per la costruzione di teste italiane anche in terracotta, che la ditta riuscì a far gustare al pubblico....". Così, intorno al 1922, nasce la Ceramica Furga che produce, per la prima volta, teste di biscuit, pupazzetti interamente in porcellana, tazzine, piccole teiere ed tanti altri accessori con cui poter accudire le bambole.
Esposizione di bambole Furga - Anno 1926 |
La Ceramica Furga continuerà nella sua produzione di teste e bambolotti solo fino agli anni '30, quando si deciderà di realizzare unicamente ceramiche per uso domestico e condutture elettriche, pur conservando ancora la produzione di piccoli serviti per il gioco, un'attività che terminerà definitivamente negli anni '60.
Lavoranti della fabbrica di Ceramica Furga |
Ceramiche Furga |
Zuccheriera |
Operai al lavoro nella Fabbrica di Ceramica |
Le bambole in biscuit, certamente più costose, non potevano accontentare le grandi richieste di chi non poteva permettersi di spendere tanti soldi, per cui continuò anche la produzione di modelli più semplici, realizzati in pastello ottenuto con una miscela di scarti di cotone, amido, caolino e segatura.
Bambole per tutti i gusti, quindi, ma soprattutto per tutte le tasche. E poi fucili a capsula, cavalli a dondolo, racchette, piccoli pianoforti, trottole, animali poggiati su un'asse da trainare con la cordicella.
Accanto alle tradizionali bambole in biscuit la Furga, fra gli anni Venti e i Quaranta, sperimentò una nuova tecnica di bambole realizzate in feltro, forse per stare al passo con le più osannate Lenci che stavano dominando la scena del giocattolo. Su una base di cartone inumidito e successivamente pressato, si incollava il feltro, rifilando le parti in eccesso oppure cucendole strettamente sulla testa, impuntura che sarebbe stata poi nascosta dai capelli in mohair. Bellissimi i volti dipinti a mano talora con espressione sognante, a volte, invece, rigidamente superba, da gran signora.
Per gli altri modelli di bambola, non in tessuto, continuò ancora l'utilizzo della cartapesta gessata e dipinta a spruzzo, poi rifinita a mano, per i particolari più minuti.
Fra gli anni '40 e '50, alle già collaudate tecniche di pastello e cartapesta, si aggiunsero i primi esperimenti con nuovi materiali plastici, polistirolo e viplà. Quelle in polistirolo, con un colorito scuro, avevano spesso meccanismi per il movimento e per la voce, che funzionavano grazie ad una chiavetta a carica. Nacque, proprio in quell'epoca, il bellissimo bambolotto Tonino, punta di diamante della Furga, creato nel 1955 dalla scultrice Dina Velluti. Prodotto sia in colaggio, che in vinile, vinse addirittura il premio Pinocchio d'oro del 1959.
Fra gli anni '40 e '50, alle già collaudate tecniche di pastello e cartapesta, si aggiunsero i primi esperimenti con nuovi materiali plastici, polistirolo e viplà. Quelle in polistirolo, con un colorito scuro, avevano spesso meccanismi per il movimento e per la voce, che funzionavano grazie ad una chiavetta a carica. Nacque, proprio in quell'epoca, il bellissimo bambolotto Tonino, punta di diamante della Furga, creato nel 1955 dalla scultrice Dina Velluti. Prodotto sia in colaggio, che in vinile, vinse addirittura il premio Pinocchio d'oro del 1959.
Nel 1956 fece la sua comparsa il cloruro di polivinile, meglio conosciuto come PVC, che portò una vera rivoluzione anche nella Furga che iniziò, da allora, a produrre "le + belle bambole del mondo". Morbido, flessibile, resistente, molto più economico e versatile dei suoi predecessori, conquistò in breve tempo produttori e pubblico. Le prime bambole avevano solo testa, braccia e gambe in vinile inseriti sia su sagome di stoffa imbottite che in tronchi di plastica dura. La facilità con cui si poteva trattare il vinile fece cambiare radicalmente anche l'espressività dei volti, ora veramente realistici.
Fulgido Arpaia
nato a Milano nel 1919, maestro d'arte dallo straordinario talento e dalla profonda sensibilità, studiava i visetti dei bambini e li facerva rivivere nelle sue sculture. Nessuno schizzo, Fulgido aveva già nella mente un progetto che via via prendeva vita dalla creta, inizialmente appena abbozzato e poi sempre più nitido con l'aggiunta di particolari.
Nel 1962 nascono, per la gioia di mamme e bambine, Andrea e Poldina, teneri neonati dal musetto imbronciato.
è del 1962 anche :Ambrogino
del 1965 Marinella
del 1966 Giovanni
Cammina cammina, siamo arrivati ormai agli anni dei grandi cambiamenti, soprattutto sociali.
Le donne cominciavano lentamente ad emanciparsi e la figura femminile non si rispecchiava più nel solo ruolo di madre, ma anche nella lavoratrice indipendente, nella disinvolta sportiva, nella elegante signorina alla moda.
Occorrevano allora delle immagini che ricalcassero le nuove tendenze: se i bebè accontentavano bambine abbastanza piccole, dovevano nascere "signorinelle" più accattivanti per accompagnare i giochi delle preadolescenti.
A chi ispirarsi? Attrici, cantanti, indossatrici, miti delle ragazzine, diventarono modelli per le bambole più amate:
nel 1965 arrivano Susanna, Sylvie, Sheila
subito seguite, nel 1967, da Simona
Corredate da abitini firmati dalla grande stilista Tina Colombo, scarpe, borse, gioielli e perfino profumi, riuscivano a trasmettere istantaneamente l'idea della ragazza moderna, perfetta in ogni occasione. Si trattava di un vero e proprio transfert che agiva attraverso il gioco, un'identificazione della bambina con la sua bambola, non più sottomessa ma amica, complice. Alle meravigliose "Quattro ESSE", così chiamate in riferimento alla S iniziale dei loro nomi, seguirono una lunga serie di alter ego adolescenziali:
Vittoria e Valentina nel 1969
Paola, Peonia e Perla (le tre P) nel 1973
e un gran numero di minibambole dai lunghi capelli folti e pettinabili con accessori e mobili
che furono addirittura scelte come protagoniste di un fumetto
Per inserire le immagini di tutte le creature Furga non credo basterebbe un mese, per cui ne ho scelte alcune alla rinfusa, che mi sembravano particolarmente esplicative della grande arte dei maestri di Canneto.
Non me ne vogliano le bambole che non ho postato, le amo da morire tutte, ma dovevo pur fare una scelta!!!
Tornando alla nostra storia, siamo ormai giunti, purtroppo, alla fine. A metà degli anni '70 il mercato della bambola, ma più ampiamente del giocattolo in genere, inizia una progressiva decrescita. Anche la Furga, naturalmente, ne risente moltissimo.
Nel 1976, la famiglia Furga, perde completamente il controllo dell'azienda. Cambiano ancore le mode e la produzione cerca di aggiornarsi pensando ad una serie di pupazzetti e bamboline da collezionare.
Eva nella mela, Cacio con la pera, Chiocciolina e altre che non hanno più alcuna motivazione ludica, ma solo una pura funzione decorativa.
Si aggiungono anche personaggi ispirati al mondo dei fumetti, della filmografia Disney, delle avventure e dei cartoni animati in televisione
Alla fine degli anni '80 e ai primi inizi del '90 vengono riproposte, in una nuova chiave, bambole famose nel passato e altre nuove, come la BiriBiki, indossatrice dell'alta moda firmata dalla stilista italiana Biki Puccini
Ma il cambiamento non giovò granchè alla crisi incessante e, nel 1993, la Famiglia Furga dovette definitivamente dire addio alla sua produzione, rilevata da un'altra famosa azienda, la Grazioli S.p.A., già dal 1977, ma che fino ad allora aveva lasciato immutata la denominazione originaria.
La mostra segue un preciso ordine cronologico in modo da illustrare l'evoluzione del giocattolo attraverso lo scorrere del tempo, anche grazie ad una ricca galleria di foto d'epoca, documenti d'archivio e di stampi e modelli originali.
(Notizie e immagini sono state tratte da materiale presente liberamente in rete. Ringrazio tutti coloro che mi hanno permesso, tramite le loro ricerche, di poter scrivere questo articolo).
(Notizie e immagini sono state tratte da materiale presente liberamente in rete. Ringrazio tutti coloro che mi hanno permesso, tramite le loro ricerche, di poter scrivere questo articolo).
Questo articoletto è particolarmente dedicato alle mie amiche di Facebook che, come me, adorano le bambole Furga e vintage.
RispondiEliminaGuardando tutte queste foto sono tornata indietro alla mia infanzia ! Ho avuto la bambola Sheila, che purtroppo non ho più, e Poldina e Andrea che conservo gelosamente anche se senza i vestitini originali . Grazie a Ilotta Gattesi per questo articolo!
RispondiEliminaGrazie a te Giovanna di aver avuto la pazienza di leggerlo tutto fino in fondo!
EliminaCiao! Innanzi tutto complimenti per l'articolo! Io colleziono soprattutto Barbie Vintage, però ogni tanto quando trovo delle bambole che mi piacciono le prendo e ho trovato una bambola Furga che non riesco a identificare. Se ti mando una foto mi puoi dare una mano?? :) Grazie!!
RispondiEliminaCiao! Grazie per i complimenti! Purtroppo non sono molto ferrata per quanto riguarda le Barbie, ma se vai su Facebook ci sono gruppi di esperte bravissime che possono darti una mano!
EliminaBellissimo articolo, complimenti! :)
RispondiEliminaGrazie Antonella!
EliminaCiao! Qualcuno ricorda il bambolotto "bebello"? Era carponi e gattonava!
RispondiEliminaSi era della ditta grazioli . E camminava a gattoni.
EliminaComplimenti per l articolo
RispondiEliminaGrazie Francesco!
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaGentile signora, intanto complimenti per questo bel blog che ci fa conoscere meglio la storia della Furga. Le scrivo perché, vista la sua competenza, volevo chiederle qualche informazione riguardo a tre bambole della Furga che posseggo e di cui non conosco il nome. Le mie ricerche su Internet sono state vane.E' possibile poterla contattare con una mail? Io qui di seguito le posto la mia, così se vorrà, lo potrà fare lei stessa. Cordiali saluti. Mail: gigliolasiragusa@gmail.com
RispondiEliminaStupendo , stupende le Furga
RispondiEliminaNe ho ancora dalla mia infanzia .
Amo i bebè
Ho trovato una bambola vestita da garibaldino (colleziono tutto su Garibaldi) mi hanno detto che è degli anni 50 con volto di Lulù. Può essere vero? grazie
RispondiEliminaAlessandro
Grazie, son tornata bambina con le mini bambole(coi capelli rossi e mora vestita da sposa) e la mia Sheila con le mani piegate all'interno e poi altre che non sono qui, tipo un bellissimo bambolotto ricevuto a Natale vestito come un bambino all'età di 5 anni,un altro tipo Cicciobello invece era furga. Avevo un negozio di giocattoli sotto casa ed alle feste chiedevo solo bambole, anche con i dischi che cantavano come Felicina. Ho avuto Tesorino. Meraviglie con le quali il signor Furga ha fatto giocare e sognare le molteplici generazioni. Grazie a voi per questo articolo ed a chi mi ha allietato i giochi. Grazie dal cuore... Signor Furga. Un abbraccio Stefania Chiappelli da Livorno
RispondiEliminaPrima di tutto articolo super! Mia mamma lavorava nel reparto modelli insieme alla signora Tina, partecipava alle fiere a Milano e purtroppo dopo la maternità avendo avuto 2 gemelle non ha più potuto riprendere il lavoro che tanto amava. Mia zia invece lavorante a domicilio faceva i fiorellini che decoravano i capelli delle bambole. Metteva la stoffa colorata in ammollo con acqua e colla che induriva dopo l'asciugatura. Con uno stampino tagliente a forma di corolla intagliava i fiori poi ricopriva dei fili di ferro con carta crespa verde per fare lo stelo e attaccava il pistillo giallo. Quanto mi sono divertita aiutarla. Il paese di Canneto sull'Oglio pullulava di gente che arrivava da tutti i paesi limitrofi per lavorare da Furga...... ditta ineguagliabile!
RispondiEliminaComplimenti! Un articolo molto preciso e dettagliato (e scritto bene,il ché non guasta). Sono stata a visitare il museo di Canneto sull'Oglio e l'ho adorato. Negli anni '60, quando ero piccola, mia mamma insegnava alle medie in provincia di Mantova e le sue alunne alla fine dell'anno le regalarono una bambola Furga per me. Non so che bambola sia ma la conservo ancora. Le ragazze di quei paesi non vedevano l'ora di finire le scuole medie per andare a lavorare alla Furga.
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